Prima di vedere le eventuali controindicazioni del massaggio, vediamo brevemente che cos'è il massaggio e quali benefici si prefigge.
Oggi ampiamente diffuso sia nelle culture orientali che in quelle occidentali, il massaggio è in realtà una pratica antichissima.
Ippocrate, considerato il padre della medicina, lo studiava già nel 406 a.C. citandolo come metodo di cura per molte patologie. Nei suoi scritti, parlava di circolazione linfatica e sanguigna ed il massaggio veniva considerato un utile strumento per il ripristino dei corretti flussi corporei.
Per un lungo periodo, in Occidente la cultura del massaggio ha avuto un arresto, ed ha al contrario continuato a svilupparsi in Oriente assumendo una connotazione più spirituale che vediamo appunto nei massaggi orientali.
Il grande passo avanti nella medicina tradizionale ha portato a riconoscere certi tipi di massaggio come un valido metodo terapeutico per la cura di diversi disturbi. Queste pratiche di massaggio – dette massoterapia – sono impiegate nella riabilitazione, nella cura di alcune patologie a carico del sistema circolatorio e linfatico, nel campo reumatologico, nella medicina sportiva ed estetica.
Dando uno sguardo a tipi di massaggio diversi da quello terapeutico, ossia massaggi che intervengono sì sulla componente corporale, ma contaminati anche da una matrice più spirituale (i cosiddetti
massaggi olistici), si avranno dei risvolti positivi riguardanti la sfera emotiva quali: rilassamento, positività e riduzione di ansia e stress.
Ricordiamo che tali massaggi non sono riconosciuti dalle nostre discipline sanitarie come terapeutici.
Il massaggio porta con sé molti benefici, alcuni dimostrati da ricerche mediche e scientifiche, altri riscontrati dalla maggioranza delle persone che vi si sono sottoposte.
Tuttavia, al pari degli effetti positivi, sono state stilate anche delle liste in merito alle controindicazioni.
Il massaggio andrebbe infatti evitato nel caso in cui si verificassero determinate condizioni più o meno patologiche che vedremo inseguito nel corso dell’articolo.
Nel linguaggio professionale si distinguono poi situazioni, o per meglio dire zone, dove, indipendentemente dalla presenza di controindicazioni, è prudente evitare di praticare il massaggio a causa del fastidio che provoca la pressione in questi determinati punti.
Queste vengono definite “zone interdette” e sono rappresentate da: escrescenze ossee, punti dove affiorano le estremità vascolari, nervose e linfatiche ed infine i genitali.
Le zone “semi-interdette” sono invece quelle zone dove si possono praticare le manovre ma con più prudenza, come la zona dietro il padiglione auricolare, il solco tibiale, la zona in corrispondenza della piega tra braccio e avambraccio e la faccia antero-laterale del collo.
Poiché ogni pratica, sia essa terapeutica od olistica, è caratterizzata da specifiche manovre, va da sé che non si può generalizzare in merito alle controndicazioni. Vale quindi la pena soffermarsi sulle diverse tipologie di massaggio e capire in quali situazioni non va praticato.
Lo Shiatsu è una disciplina dove l’operatore pratica delle pressioni sul corpo del ricevente (in particolare sui meridiani energetici) tramite i palmi delle mani, le dita, i gomiti.
Nello Shiatsu non sono presenti i tipici impastamenti del massaggio classico, ma queste pressioni possono comunque avere delle ripercussioni poco piacevoli.
Il massaggio Shiatsu non va pertanto praticato se si è in presenza di:
Detto anche Yoga passivo, il massaggio thailandese pone, come lo Shiatsu, la concentrazione sui meridiani energetici del corpo. In questo massaggio l’operatore utilizza varie parti del proprio corpo come mani, piedi, gomiti e ginocchia per porre delle pressioni e praticare degli stiramenti sul ricevente.
Proprio a causa di queste flessioni e pressioni che costituiscono una vera e propria manipolazione fisica, il massaggio thailandese non va eseguito se si soffre di:
Il massaggio linfodrenante, come suggerisce la parola, è utile per contrastare gli stati di accumulo linfatico in corrispondenza di determinate aree del corpo. Durante il trattamento, l’operatore pratica degli impastamenti e dirige il flusso circolatorio e linfatico del ricevente scaricando i movimenti verso la sede linfonodale più vicina, ottenendo un effetto drenante.
Non va eseguito se si è in presenza di:
Il massaggio cranio-sacrale viene usato come trattamento per risolvere determinati stati emotivi o patologie attraverso una manipolazione delle ossa che percorrono tutta la zona a partire dal cranio fino al bacino. Lo scopo è riportare al suo regolare corso il flusso del liquido cerebrospinale.
Vedendo coinvolta la stimolazione dell’apparato scheletrico, è bene non sottoporsi a questo massaggio se si è in presenza o si sono riscontrate le seguenti condizioni/patologie a carico soprattutto dell’apparato muscolo scheletrico:
Inoltre, come per tutti gli altri tipi di massaggio, anche quello cranio-sacrale è sconsigliato nei casi di febbre, infezioni o lesioni alla cute, infiammazioni o problemi cardiovascolari.
L'antica tecnica del massaggio prostatico è impiegata ancora oggi con lo scopo di impattare positivamente sul drenaggio dei liquidi stagnanti a livello della prostata e ottenere un miglioramento della funzione erettile e della circolazione sanguigna in generale.
Si pratica con delle manipolazioni, interne o esterne al muscolo prostatico e talvolta, seppur raramente può causare emorragia.
Pertanto, se si è affetti da condizioni di scompensi della coagulazione o si è riscontrato nel corso della vita degli insoliti sanguinamenti, è opportuno non ricevere questo tipo di massaggio.
Anche in caso di lesioni, ferite, infezioni o infiammazioni alla zona da trattare, è meglio evitare di sottoporsi al massaggio prostatico.
Curiosità: nel massaggio Tantra la prostata corrisponde al punto L maschile del piacere e vi sono specifiche tecniche per stimolarla. L'intento in questo caso è di provare nuove sensazioni di piacere espandendo la consapevolezza del proprio corpo.
Poiché queste situazioni rappresentano un’incognita all’esecuzione di qualsiasi tipo di massaggio, è bene dedicare qualche parola in più per approfondire se è o meno il caso di sottoporsi ad uno dei suddetti trattamenti, al massaggio alla schiena, decontratturante o altri tipi di trattamento, in gravidanza/allattamento e in presenza di una patologia oncologica in atto o pregressa.
Per quanto riguarda la gravidanza, il periodo gestazionale più delicato è rappresentato dal primo trimestre. E’ quindi una buona prassi evitare di sottoporsi a qualsiasi tipologia di massaggio durante questi primi mesi. Tuttavia, non essendoci ancora stati studi che abbiano dimostrato possibili effetti dannosi di un massaggio a carico della gravidanza, questa resta una forma precauzionale da adottare su parere del medico.
Nel caso di pazienti oncologici invece, la questione si fa un po’ più insidìosa.
E’ una convinzione comune e fonte di non pochi dibattiti il fatto se il massaggio possa o meno favorire la disseminazione di cellule metastatiche a causa del drenaggio linfatico.
In merito a ciò, ci sono stati numerosi studi che hanno smentito questa erronea convinzione.
Poiché la diffusione di cellule metastatiche è un processo prettamente biologico, è possibile escludere il fatto che la pratica del massaggio possa in qualche modo influire negativamente su questo aspetto.
Una ricerca condotta da Oty (Oncology training) e l’Ospedale San Raffaele di Milano, evidenzia gli innumerevoli effetti positivi che si possono ottenere con il massaggio durante la patologia oncologica e durante la terapia.
Tali benefici sono riscontrabili sia a livello fisico, come una miglior reattività ai farmaci, ed anche ovviamente psicologico grazie alla riduzione di stati ansiogeni e depressivi legati alla malattia.
Altri studi condotti in Australia e in Giappone, definiscono il massaggio come la miglior terapia complementare al trattamento farmacologico in oncologia.
Nota bene: ricordiamo comunque che nel caso in cui durante lo svolgimento di un massaggio, di qualsiasi tipologia esso sia, si dovesse incorrere in malesseri o dolori fisici bisogna interrompere prontamente la pratica e comunicare il disagio all’operatore o terapeuta.
E’ inoltre considerata una buona prassi chiedere comunque sempre al medico se si dovessero avere dubbi sull’eseguibilità o meno di un massaggio e valutare insieme a lui il rapporto rischi/benefici.