Massaggi orientali

Massaggio linfodrenante: cos'è, benefici e tecnica

Massaggio linfodrenante

Quella che stiamo andando a descrivere rappresenta una guida molto completa, ovviamente teorica, sul massaggio linfodrenante utile a comprendere di cosa esattamente si tratti, quali siano i suoi campi di applicazione e i suoi benefici, quali anche le sue controindicazioni, quali le tecniche di esecuzione, l’approccio seguito e le varie tipologie esistenti.

Massaggio linfodrenante: di cosa si tratta esattamente?

Conosciuto anche come drenaggio linfatico o massaggio linfatico, il massaggio linfodrenante contempla tutto l’insieme di tecniche manuali che consentono di drenare il ristagno dei liquidi in eccesso quando esso va a cumularsi nei vasi linfatici.  È importante comprendere a fondo che questa pratica dovrebbe distinguersi dalla classica manipolazione che, in genere, interessa esclusivamente le fasce muscolari.

Questo trattamento, invece, ha riscontro sulla cute e sottocute e proprio per questo richiede una pressione leggera perché il sistema linfatico attraversa l’organismo proprio in superficie, trattandosi di un sistema di drenaggio che trasporta i fluidi dai tessuti al cuore attraverso una fitta rete di vasi linfatici.

Le origini del linfodrenaggio - e quindi anche quelle del massaggio linfodrenante - sono antichissime e sono state da sempre annoverate tra le basi della medicina orientale. La sua tecnica, alle origini, era basata principalmente sue tre procedure:

  • Massaggio, sempre leggero, proprio come oggi;
  • Compressione;
  • Elevazione delle estremità degli arti trattati per favorire il drenaggio della linfa.

Si trattava delle tecniche alla base del metodo di Winiwarter, poi riprese e approfondite dal medico danese Emil Vodder. È proprio a quest’ultimo che si deve diffusione e la notorietà di cui tuttora gode questo trattamento.

Il massaggio linfatico si applica oggi su diverse parti del corpo, quindi non solo agli arti, ma anche ad ascelle, piedi e zona inguinale, zone queste tutte in cui vi sono i vasi che convogliano le scorie e i linfonodi che li smaltiscono. A questo trattamento si ricorre in genere in vista della bella stagione, perché è con il caldo che si accumulano i liquidi.

È a questo increscioso fenomeno che si devono danni alla salute dell’organismo nel suo complesso ed, oltretutto, su gambe e pelle l’antiestetico effetto detto “a buccia d’arancia”. Al massaggio linfodrenante si può ricorrere in tutti i casi in cui lo si desideri, trattandosi di un trattamento con pochissime controindicazioni e, in ogni caso, del tutto naturale.

I casi in cui, ad ogni modo e fermo restando ciò, è fortemente consigliato (previa consultazione di un medico) sottoporsi a questo tipo di massaggio sono i seguenti:

  • a seguito di asportazione di linfonodi;
  • Problemi alla circolazione periferica;
  • Pregresso intervento di chirurgia estetica, quali la liposcultura e la liposuzione;
  • Presenza di linfedemi;
  • Problemi di cellulite

Approccio olistico: tra estetica e medicina

Il massaggio linfodrenante è senza ombra di dubbio uno dei migliori amici delle donne, trattandosi di un trattamento non plus ultra in ottica di lotta contro inestetismi del corpo. Sicuramente è da intendere tale, tuttavia la sua natura non può essere relegata solo a questo. Questo trattamento si caratterizza e si distingue dagli altri più comuni massaggi proprio per il suo approccio olistico che lo colloca sia nell’alveo dell’estetica che della medicina.

La sua capacità di agire, nel breve e nel lungo periodo, sul percorso del flusso dei vasi linfatici lo rende fonte di grandi benefici sia sul piano della riduzione degli inestetismi che dei disturbi che colpiscono appunto il sistema linfatico. La circolazione capillare va a migliorare sensibilmente, proprio grazie al massaggio linfodrenante, e questo consente di intervenire a monte sul problema della cellulite e dell’effetto buccia d’arancia, inestetismi questi che celano, a ben vedere, altre problematiche anche più serie, quelle dovute appunto proprio dall’accumulo di liquidi nel sistema linfatico.

La definizione di approccio olistico, in generale, suscita in alcuni casi molta confusione e genera scetticismo poiché, per definizione e per sua natura, sembra essere caratterizzato da un misto di misticismo. In realtà, è la stessa accezione del termine a orientarci verso la corretta comprensione della sua natura. Il termine olismo proviene dal greco olos, che sta per “totalità”, quindi per definizione si riferisce ad uno stato di salute che comprende appunto la totalità delle sfere che fanno parte dell’organiamo, quindi mente, corpo ed anima.

La ricerca della salute, del benessere, che ha luogo attraverso il drenaggio linfatico mira dunque a riequilibrare la persona agendo non sulla causa che la provoca, perché per questo è bene affidarsi alla medicina ed eventualmente ai trattamenti farmacologici esistenti. È questa la ragione per la quale un trattamento serio e professionale richiede che vengano utilizzate diverse tecniche.

Queste si fondono e si confondono abbracciando la dimensione della creatività e della partecipazione, non solo di chi esegue il massaggio, ma anche di chi lo riceve. È questa la ratio dell'approccio olistico che nel mettere insieme, come pezzi di un unico puzzle, corpo, spirito e mente, punta sulla naturale capacità del corpo di spingersi verso l'autoguarigione.

Spetta a chi esegue il trattamento in questione dunque condurre il paziente a questa condizione, che è fatta anche e soprattutto di conoscenza e consapevolezza appunto della natura del trattamento che sta ricevendo.

Come si rapporta con la medicina tradizionale

Un aspetto forse degno di opportuni chiarimenti è quello che si riferisce al modo in cui il massaggio linfodrenante va a rapportarsi con la medicina tradizionale. Ebbene, l’approccio olistico che ne è alla base non esclude l’adozione di metodologie di intervento della medicina tradizionale al contrario, di questa si avvale per poter intervenire al meglio.

La dimensione olistica non è di per sé finalizzata alla guarigione definitiva, puntando soprattutto ad intervenire sul piano della prevenzione degli squilibri, oltre che della conservazione e del miglioramento dello stato di salute.  Alla medicina tradizionale il merito di abbracciare la componente fisica della malattia, al massaggio linfodrenante quella di puntare soprattutto a prendersi cura della componente “metafisica” del disagio, che trae la sua origine dalla rottura dell’equilibrio con il quale fluisce l’energia, che scorre dalla mente al corpo, alla mente e viceversa.

Tramite un trattamento olistico qual è appunto il massaggio in questione, ci si prefigge di intervenire a monte, sulla causa, puntando a ristabilizzare l’equilibrio avvalendosi del più potente strumento esistente: il naturale processo di autoguarigione del corpo. 

Si interviene dunque su una persona attraverso diversi piani paralleli, ma con una stessa ed unica finalità: quella di raggiungere uno stato di benessere totalizzante che coinvolga insieme corpo, mente e spirito.  Ora è ben chiaro probabilmente il fine che un operatore deve prefiggersi di raggiungere attraverso il massaggio linfodrenante.

Benefici noti e meno conosciuti del massaggio linfodrenante

La comprensione scientificamente accurata del sistema linfatico, del suo funzionamento e delle sue problematiche degenerative può rivelarsi lo strumento migliore per capire quanti e quali possano essere i benefici che il massaggio linfodrenante, se correttamente eseguito, può regalare a tutti noi.

Seguendo procedure dettagliate per il massaggio del viso e della parte superiore e inferiore del corpo ed in possesso di tutte le informazioni pratiche che possono essere applicate, questo trattamento può oggi come ieri, in Oriente come in Occidente, rivelarsi lo strumento più naturale ma al tempo stesso benefico con cui trattare alcune problematiche che affliggono una popolazione, qual è la nostra, sempre più anziana ma, per fortuna, sempre più consapevole e interessata alla questione della salute e del benessere.

I principianti o coloro che desiderano rivedere e ampliare le proprie competenze sul massaggio linfodrenante sono chiamati a seguire un interessante e serio iter di approfondimento che vada a riguardare i segreti insiti in questa tecnica, che può davvero migliorare l'esperienza di tutti i soggetti che intendono sottoporvisi.

Il massaggio linfatico è infatti una forma di massaggio delicato che incoraggia il movimento dei linfonodi in tutto il corpo. Il fluido nel sistema linfatico è deputato a eliminare rifiuti e tossine dai tessuti corporei: un accumulo di questo può essere causa di alcuni problemi di salute come, a solo titolo di esempio, il linfedema, la fibromialgia e altre condizioni.

Questo prezioso trattamento può migliorare la circolazione e ridurre il gonfiore proprio in quanto interviene sul sistema linfatico andando a sollecitare, con la giusta e moderata pressione delle dita, la muscolatura liscia, chiamata a trasportare il fluido attraverso i vasi linfatici.

Cattive condizioni di salute o problemi di vario genere possono interrompere il normale flusso della linfa, causando l'accumulo di liquido linfatico in una data zona del corpo, con tutte le conseguenze che ne derivano - direttamente e di riflesso - sul corretto funzionamento degli organi corrispondenti. Molto spesso questo accumulo che può essere sanato appunto tramite il massaggio linfodrenante interessa in particolare braccia e gambe, manifestandosi in quello che è uno dei disagi in assoluto più frequenti: il gonfiore (linfedema).

Ecco come interviene appunto questo trattamento che va ad allontanare i liquidi di scarto dall'area danneggiata semplicemente tramite la pressione e nulla più. Nessun medicinale, nessun utilizzo di aghi o altro è previsto, ma solo, appunto, il ricorso alla manualità. Per quanto sia importante e determinante per una condizione di benessere e salute, non si parla abbastanza del linfedema.

Eppure, questo accumulo di liquidi è una condizione assai pericolosa, oltre che parecchio diffuso. Provoca dolore, tensione, pesantezza nell'area interessata e può arrivare ad essere devastante, perché può portare alla mancanza di mobilità degli arti.

Quando si esegue un massaggio linfodrenante, è importante che il massaggio coinvolga un’area più ampia di quella interessata al problema, proprio al fine di intervenire in maniera quanto più possibile ampia perché, come è facile comprendere il problema dell’accumulo di liquidi linfatico non è ristretto alla sola zona in cui si verifica il blocca.

Da ultimo, ma non certo in ordine di importanza, il sistema linfatico è parte del sistema immunitario, da qui l’ovvia conseguenza: qualsiasi problema interessi il primo, va a ricadere e gravare senz’altro sul secondo, con tutte le problematiche, anche gravi, che ne possono derivare, visto che un deficit del sistema immunitario comporta l’incapacità da parte dell’organismo di difendersi dall’ingresso dall’esterno di batteri e virus anche molto dannosi, come è stato dimostrato dalla tragica realtà che ha interessato a livello mondiale l’uomo con il Covid-19.

Alcuni casi in cui non è raccomandato

Che il massaggio linfodrenante possa ridurre il gonfiore e migliorare la circolazione di tutto il sistema linfatico è dato di per sé certo. Questo trattamento di solito fa parte di un programma anche chiamato terapia linfatica decongestionante, ma quello che è bene tenere in debito conto è che non sempre e non per tutti può risultare ideale.

Le persone possono sviluppare linfedema a seguito di infezioni, trattamenti per il cancro che comportano la rimozione dei linfonodi e qualsiasi condizione che danneggi il sistema linfatico: in tutti questi casi questo trattamento può rivelarsi ideale. Tuttavia, è assolutamente necessario, in questi casi, che l’individuo che si intende sottoporre al trattamento in questione chieda un parere al proprio medico.

Ci sono poi dei casi poi in cui il massaggio linfodrenante non è raccomandato. È il caso, ad esempio, delle persone che versano nelle seguenti condizioni:

  • insufficienza cardiaca;
  • pregressa storia di presenza di coaguli di sangue o ictus;
  • infezione attuale; problemi al fegato;
  • problemi ai reni.

In tutti questi casi, il trattamento dei tessuti, specie nell’ipotesi in cui si dovesse andare più in profondità, può essere troppo pesante, per cui è bene evitare di mettere in pratica il massaggio. Approfondisci sulle controindicazioni del linfodrenaggio.

Tecnica alla base del trattamento

Il massaggio linfodrenante è una tecnica non difficile da mettere in pratica, ma l'operatore è chiamato a conoscere perfettamente il circolo linfatico, quindi il suo funzionamento, i casi in cui ha luogo il ristagno ed è importantissimo che egli conosca del pari le zone da trattare al fine di poter consentire il raggiungimento della finalità tipica di questo trattamento: il drenaggio dei liquidi interstiziali e della linfa.

Solo le giuste manipolazioni possono consentire di indirizzare la linfa verso le zone linfatiche più vicine all'area massaggiata in modo da garantire la massima ottimizzazione possibile della circolazione superficiale della linfa.

Ciò premesso, è bene mettere in risalto come nel tempo si siano sviluppate diverse tecniche, quasi tutte accomunate dalla direzione del trattamento, che va dal colo alle mani e alle braccia, fino alla parte terminale del corpo e, da ultimo, l’inguine, zona questo in cui meglio di altre può aver luogo lo smaltimento dei liquidi in eccesso. Schiarimento e riassorbimento rappresentano le due fasi del massaggio linfodrenante.

Si tratta di una sorta di pulizia pensata per creare, tramite una leggera pressione, dei vuoti che possano accogliere più fluido possibile. Il massaggio linfodrenante ha inizio facendo sdraiare su una superficie comoda e piatta colui che si sottopone al trattamento. È poi necessario incrociare le braccia sul petto, con le mani appoggiate appena sotto le clavicole, quindi sollevare i gomiti lentamente.

La pressione richiesta è abbastanza delicata, quella che serve solo a far muovere la superficie della pelle. Importante è anche tirare delicatamente la pelle all'interno esercitando una pressione molto delicata. Questo metodo è quello che rende il linfodrenaggio manuale unico nel suo genere: in questo caso, e a differenza degli altri tipi di analogo trattamento, si va a lavorare solo sulla struttura superficiale della pelle dove il fluido è intrappolato, quindi, il metodo non può essere in alcun modo accomunato a quello alla base di altri comuni massaggi che invece si prefiggono la finalità di intervenire, sempre per il tramite della pressione, sulla muscolatura sottostante.

Tipologie di massaggio linfodrenante esistenti

Esistono diverse tecniche con le quali eseguire il massaggio linfodrenante tante quante sono le esigenze che si intendono perseguire e delle patologie di cui è affetto il destinatario. Tutte però condividono lo stesso obiettivo finale: consentire il rilascio del fluido permettendo ad esso che risalga attraverso i linfonodi.

Ad essere interessate dal trattamento in questione sono soprattutto le gambe, ma la modalità con la quale esso viene eseguito cambia da caso in caso. Ad esempio, c’è chi preferisce eseguire il massaggio linfodrenante partendo dalla parte superiore del corpo prima di iniziare a lavorare sulle gambe. In questi casi si interviene nell'area sopraclaveare, nell'area ascellare e nell'area del gomito interno, seguendo appunto questo preciso ordine.

Questo passaggio fondamentale garantisce la liberazione dei tessuti, operazione questa che si rende necessaria al fine di renderli pronti e predisposti al drenaggio del fluido. E’ assolutamente necessario esercitare una pressione moderata e leggera perché l’obiettivo è quello di intervenire nella parte superficiale, non sulla muscolatura sotto la pelle. In questo caso, siamo in presenza di una tipologia di massaggio linfodrenante più completo.

È poi il momento di passare a massaggiare le gambe nel punto più lontano dalla lesione o dall'area interessata dall’accumulo di fluido, per poi scendere. Ad esempio, se il gonfiore è presente nella zona della caviglia è bene far partire il massaggio linfodrenante dalla parte superiore della gamba.

Partendo dalla parte superiore della gamba è necessario collocare una mano all'interno della gamba e l'altra sulla parte posteriore della gamba e, con una leggera pressione, allungare la pelle dall'interno della gamba verso l'alto e verso l'esterno, verso l'anca. È bene continuare a seguire questo movimento lungo la gamba fino al ginocchio. Raggiunta quest’area è necessario allungare la pelle verso l'alto, con le mani alternate, verso l'ascella ripetendo l’operazione da 10 a 15 volte.

La seconda parte del massaggio è quella che viene chiamata di riassorbimento. Per eseguire questa fase si inizia dalla parte del corpo più lontana dalla zona in cui si verifica l’accumulo di fluido. Ad esempio, se si ha un linfedema alla mano, o al braccio o alla spalla, è consigliabile iniziare dalla punta delle dita, se lo si ha al ginocchio è bene partire dalla punta dei piedi e via dicendo, sempre usando un movimento delicato ed ampio con una pressione sufficiente per spostare la superficie della pelle. Da queste aree circostanti si deve poi procedere a trattare la parte interessata dall’accumulo di liquido avvalendosi di movimenti rotatori.

La zona interessata dal problema è ora pronta per assorbire il liquido. Coloro che eseguono il massaggio linfodrenante per la prima volta si chiedono, giustamente, come fare a capire se il trattamento in questione sia o meno efficace. Ebbene, per scoprirlo è sufficiente verificare se il linfedema non degeneri, visto e considerato che questo trattamento si prefigge di evitare che il disturbo vada a peggiorare. Le tipologie di massaggio linfodrenante differiscono in base alle metodiche impiegate. Queste sono due e sono rispettivamente basate sul protocollo Vodder e sul protocollo di Leduc. Queste, pur basandosi sui medesimi principi fondamentali, si avvalgono di movimenti differenti.

Metodo Vodder

Il metodo di Vodder prevede l'esecuzione di quattro movimenti caratteristici: spinte circolari, rotatorie, movimenti a pompaggio ed erogatori. I movimenti circolari in genere si effettuano a livello del collo e del viso. È così che ha inizio il trattamento, poiché a livello del collo si uniscono sangue e liquido linfatico, proprio per effetto della presenza dei linfonodi sussistenti nell'area suddetta. Il trattamento in questione prosegue poi con l’esecuzione di movimenti rotatori, che hanno luogo con il polso, che viene alzato ed abbassato, frizionando la mano sulla cute in modo appunto circolare.

Successivamente, si procede con movimenti a pompaggio che hanno la precisa finalità di alterare la pressione dei tessuti così da consentire una migliore circolazione linfatica. Questo passaggio è estremamente importante e richiede che chi esegue il massaggio linfodrenante sia in grado di spostare bene la pelle del paziente seguendo dei cerchi ovali. Questo, come anticipato, è tutto quanto contemplato nella tipologia di massaggio basato sul metodo di Vodder.

Metodo Leduc

Il metodo di Leduc prevede invece l'esecuzione di un minor numero di movimenti tipici del i quali vengono man mano adottati in base ai protocolli terapeutici legati al disturbo che si deve trattare. I movimenti in genere previsti dal metodo di Leduc sono la manovra di richiamo e la manovra di riassorbimento.

La prima deve essere effettuata a valle della zona interessata dal disturbo con la precisa finalità di svuotare i collettori linfatici. La manovra di riassorbimento, invece, viene effettuata in corrispondenza delle aree interessate dalla ritenzione e si prefigge lo scopo di favorire il riassorbimento dei liquidi all'interno dei vasi linfatici superficiali.

Nella metodica di Leduc l'area interessata dal ristagno di liquidi deve essere bendata ma il bendaggio, tuttavia, non deve esercitare alcuna compressione che potrebbe rivelarsi dannosa.

Alla luce di quanto premesso, ben si comprende la ragione per la quale il massaggio linfodrenante sia una delle pratiche di maggior uso in tutto il mondo, diffusissima sia nei centri benessere che nelle sale degli operatori specializzati. Tutti possono apprenderne l’arte nascosta, tutti possono scoprirne i segreti, farne proprie finalità e gli obiettivi, ma, naturalmente, con cognizione di causa. Allo scopo, di grande utilità si rivelano dei corsi appositi, concepiti e programmati proprio allo scopo di fungere da vademecum completo, sia a livello teorico che pratico.

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