Il nome Tantra deriva dal sanscrito e più precisamente dall’unione di due parole: “Tan” e “Tra” che significano rispettivamente “trama” e “strumento”. La parola "Tantrismo" che indica un insieme di tradizioni, dottrine e culture differenti, viene spesso utilizzata come sinonimo di Tantra.
I primi testi filosofici riconducibili alle pratiche tantriche, i cosiddetti testi tantrici, sono di opera Buddhista, risalenti tra il VI e il VII secolo d.C. La metaforizzazione della parola Tantra con l’immagine della trama di tessuto (da cui prende il nome) sta a simboleggiare la perfetta unione e coesione tra la coscienza individuale e quella universale e tra la parte femminile e maschile dell’individualità (Shiva e Shakti).
Per raggiungere un certo livello di coscienza chi pratica il tantra deve attenersi ad uno stile di vita più o meno rigido a seconda del livello di coscienza a cui si è giunti, fatto di discipline, insegnamenti e pratiche quotidiane.
Tra le pratiche tantriche più conosciute ci sono il massaggio tantra, lo yoga tantrico, e la meditazione tantrica.
Indice:
Il termine “Tantrismo” deriva dalla parola tantra e comprende tutto ciò che fa parte della dottrina stessa. Il Tantrismo unisce in sé gli elementi nati dalla religione induista e buddista e comprende la pratica della meditazione e dello yoga nonché tutti i rituali legati alla sfera spirituale della sessualità.
Grazie a questa dottrina si ha la possibilità di espandere la propria energia psicofisica e la conoscenza delle parti più intime di sé. Il tantrismo consente di trovare un equilibrio energetico che eleva lo spirito a un rapporto trascendentale con il proprio io e consente di tessere una tela, volta a sprigionare energia maschile e femminile e ricongiungersi con il divino.
Il “Tantrika” è colui che viene iniziato alla pratica del tantra attraverso la meditazione e un itinerario psichico volto al raggiungimento di una maggiore consapevolezza di sé. Questa parola deriva da tantra e riflette la pratica stessa.
I Tantrika adottano un approccio completo e olistico che integra la meditazione e I vari rituali tantrici legati alla sessualità e non. Il Tantrika incarna tutti i principi del tantra e li mette in pratica, seguendo quella che considera una vera e propria religione.
Seguire un approccio di vita tantrico è tutt’altro che un cammino semplice.
Vivere facendosi travolgere dalla routine è paradossalmente di gran lunga più semplice rispetto ad essere veramente presenti in ogni azione che compiamo e in ogni istante che viviamo.
Essere tantrici significa proprio questo: assaporare le energie con cui veniamo a contatto, distinguere e fare pace con le energie interiori, capire le sensazioni emotive e tradurle sul piano corporale.
Quando sentiamo di amare una persona, viviamo la sensazione da un punto di vista emotivo, difficilmente traduciamo l’amore per gli effetti che dà al nostro corpo. Vivendo il Tantra invece si comincia a percepire la fisicità legata alle emozioni. Questo è un esercizio utile per lo sviluppo della coscienza e la comprensione dell’amore puro.
Un cammino tantrico comprende meditazioni quotidiane, pratiche di yoga ed ovviamente uno stile di vita aperto e amorevole, volto a trasformare e comprendere le pulsioni.
Le tecniche tantriche che vengono insegnate e utilizzate sono diverse a seconda della tradizione a cui appartengono ma hanno sempre come finalità il raggiungimento della Divinità che è in ciascun essere umano, permettendogli di liberarsi dal ciclo di morte e rinascita.
Vediamo ora quali sono le pratiche tantra più conosciute in occidente:
Nelle tradizioni del Tantra, il rapporto tra guru (maestro spirituale) e discepolo ha spesso un ruolo centrale.
Proprio perché il Guru nelle tradizioni tantriche viene considerato come la diretta manifestazione del Divino, egli può aiutare il discepolo a raggiungere la sua elevazione dello spirito trasmettendogli gli insegnamenti segretamente e in modo diretto, instaurando una relazione molto stretta con quest'ultimo.
Arrivati a questo punto, viene naturale chiedersi da dove derivi l’associazione comune tra Tantra e sesso. Nelle prossime righe capiremo, a partire dalle origini, perché si è sviluppata un’erronea concezione in merito alle pratiche tantriche e perché oggi il Tantra è conosciuto da molti solo come pratica sessuale.
Tra le esperienze più seguite per condurre un cammino tantrico c’è il Tantra yoga, il quale è governato da diverse pratiche: fra queste riconosciamo asana, mantra, pranayama, meditazione e retto agire. Tutte queste pratiche sono state tramandate nei secoli seguendo due distinti approcci che nel Tantra vengono definiti: “via della mano destra” e “via della mano sinistra”.
Gli insegnamenti propri della via della mano destra sono basati sulla più pura spiritualità, e quindi l’incontro tra maschile e femminile si ha su un piano esclusivamente energetico. Secondo le vie della mano sinistra invece l’incontro tra Shiva e Shakti (maschile e femminile) avviene da un punto di vista fisico e carnale.
E’ proprio da questa seconda corrente che ha origine il rituale tantrico maithuna, anche se non ne costituisce la componente fondamentale.
Nel corso degli anni tutto ciò che sta alla base del cammino tantrico è stato erroneamente confuso e talvolta omesso e ad oggi si tende a limitare l’associazione della teoria tantrica al solo aspetto sessuale.
Questo dovuto anche al fatto che il Tantra è l’unica disciplina antica che ha visto coinvolta la sfera sessuale. E’ per questa ragione che, visto lo scalpore e l’originalità dei precetti ci si è focalizzati nel tramandare nei secoli maggiormente questo aspetto.
Nelle tradizionali teorie tantriche invece il maithuna può essere praticato solo a livelli più alti di coscienza: solo una volta che si è raggiunto il perfetto equilibrio tra maschile e femminile interiore (senza alcuna predominanza fra l’uno e l’altro) e solo quando si è riusciti a canalizzare completamente l’energia universale, si è pronti a mettere in atto questa pratica fisica condividendola con un altro essere evoluto energeticamente.
Il tantra affonda le sue origini in tempi antichissimi, circa nel 2000 a.C. in oriente. Precisamente i primi a parlare di questa disciplina furono gli Harappei, un popolo Indú, che basava la propria cultura sul piacere fisico e spirituale.
La tribù degli Harappei era una società prettamente matriarcale il cui centro spirituale e culturale era la donna e la Dea madre. Questa popolazione era solita ospitare un enorme letto nella stanza centrale della casa, dove praticavano il sesso anche in gruppo, proprio come fosse una religione.
Nonostante i tempi antichi, il sesso e l'amore non erano considerati un tabù, bensì qualcosa da incoraggiare e su cui concentrare le proprie energie psicofisiche. Il rapporto sessuale era visto come un atto sacro e del tutto naturale.
Nei secoli successivi, a causa delle invasioni islamiche, il tantra perse il suo carattere legato alla sessualità a causa delle censure e si fonde con la pratica dello yoga, creando una nuova disciplina spogliata del carattere erotico, il tantra yoga.
Nel nostro continente e in occidente in generale, il concetto di tantra è piuttosto recente, infatti si inizia a fare la conoscenza di questa disciplina pochi decenni prima del 2000, complice anche l'evoluzione del ruolo della donna e del matriarcato.
Nonostante la minore apertura dei popoli occidentali rispetto a quelli orientali, oggi, in tutto il mondo, il tantra è conosciuto come una dottrina libera dagli schemi delle società, volta alla ricerca dell'amore, alla connessione spirituale con il partner, alla consapevolezza di sé stessi e alla liberazione dell'energia sessuale e dell'amore, alla ricerca di un equilibrio.
Oggigiorno quando si sente parlare di Tantra, il concetto viene immediatamente ricollegato alla sfera sessuale. In realtà il Tantra è una disciplina che ha origini antichissime ed ha una finalità ben più profonda della sola pratica sessuale.
Il Tantra pone infatti come missione quella dell’innalzamento della coscienza per arrivare al più alto stadio chiamato “illuminazione”, ossia la canalizzazione completa di quella che viene chiamata “energia Kundalini”.
Chi pratica e praticava il Tantra, il Tantrika, è completamente immerso in un cammino di vita perseguendo come unica grande finalità quella di purificare la propria anima, riscoprendo l’armonia e l’equilibrio dell’interiorità più profonda, ovvero tra maschile e femminile energetico.
Vivere una vita tantrica significa cogliere la bellezza di ogni istante e saperne percepire e assaporare l’energia per evolversi da un punto di vista fisico, mentale, emozionale e spirituale.
Il Tantra ad oggi è una pratica diffusa soprattutto nei paesi orientali, dove viene percepito anche con finalità terapeutiche. In Italia le conoscenze sono piuttosto limitate, e a causa delle normative vigenti non è una pratica riconosciuta a livello terapeutico.
In altri Paesi europei come la Germania, l’Inghilterra e la Francia il suo sviluppo è stato maggiore nel corso degli ultimi anni, probabilmente a causa delle contaminazioni culturali dovute alla multietnicità.
È noto come il Tantra e lo Yoga siano tecniche davvero efficaci per migliorare il benessere del corpo e dello spirito. Pochi, però, sono a conoscenza di come queste due pratiche possano fondersi e confondersi dando vita al Tantra Yoga.
I benefici sono quelli tipici dello yoga ai quali si aggiungono quelli del Tantra. Una coppia può beneficiare di fare questo tipo di yoga proprio per le caratteristiche tipiche del Tantra, che al primo si unisce.
Il Neo-Tantra è una corrente nata dall'interpretazione di Osho e Margot Anand, che rielabora il Tantra tradizionale in chiave moderna, integrando approcci della psicologia e della sessuologia occidentale. Rispetto alla pratica originaria, il Neo-Tantra attribuisce maggiore rilevanza alla sessualità rispetto alla meditazione, con l'intento di liberare le pulsioni corporee e raggiungere un più elevato stato di coscienza.
A differenza del Tantra tradizionale, il Neo Tantra enfatizza maggiormente la sessualità abbinandola alla meditazione come fulcro del percorso spirituale per la crescita interiore del praticante.
Pur vedendo entrambi il sesso come una via per l'espansione della coscienza, il Tantra tradizionale prende in considerazione anche tutta una serie di tecniche slegate dal sesso. Invece, il Neo-Tantra considera l'atto sessuale come imprescindibile per il cammino spirituale ed è meno legato alle tradizioni religiose indiane. Proprio per questto motivo, per un praticante occidentale può essere più agevole iniziare con questo cammino spirituale.
Come già anticipato, il tantra è una pratica spirituale e filosofica che si basa sull'espansione dell'energia, la ricerca della consapevolezza del proprio io e che unisce diversi aspetti della vita, compresa la sessualità.
Secondo questa pratica il divino è all'interno di ognuno di noi e il percorso di ricerca di questa entità avviene attraverso la nostra individualità. La via maestra che permette di arrivare alla connessione con il divino e alla consapevolezza della propria interiorità, si basa sull'energia Kundalini.
Il termine Kundalini deriva dalla parola kundal che significa “luogo profondo” e rappresenta l'energia vitale. Si tratta di un'energia “femminile” dormiente che esiste alla base della spina dorsale del nostro corpo, ma deve essere risvegliata; in sostanza è un'energia potenziale che una volta destata, risale attraverso il nostro corpo toccando anche mente e anima.
Grazie alla liberazione della Kundalini si può vivere un'esperienza mistica e prendere coscienza di noi stessi e ciò che ci circonda. La Kundalini è un catalizzatore di energia che ci permette di liberare ciò che si trova nel profondo, nel nostro subconscio, regalandoci nuove consapevolezze.
Per liberare questa energia trascendentale e potenziale è necessario concentrarsi sulla respirazione e sulle pratiche di yoga e meditazione, in modo da preparare il corpo e la mente ad accogliere nuova verità e nuovi stati di coscienza.
Come abbiamo visto, il tantra è una dottrina strettamente legata alla spiritualità alla religione e alle divinità. Le divinità tantriche variano a seconda delle tradizioni induiste e buddiste.
Nella religione induista troviamo divinità come Kali (Dea della distruzione e della morte, vista peró come simbolo di trasformazione e cambiamento), Shiva (impersonificata nell'uomo nei rituali sessuali tantra), Shakti (rappresentata dalla donna nella pratica sessuale tantrica) e Bhairava (che personifica la realtà divina e trascendentale e che talvolta spaventa l'essere umano.
Nel buddismo tantrico, le divinità conosciute e a cui si fa riferimento sono Vajrayogini (la Dea che guida la persona verso l'illuminazione e il cambiamento), Tara (divinità femminile per eccellenza legata al simbolo del loto) e Manjushri (Dio della saggezza).
Se entrambi nella coppia seguono uno stile di vita concentrato su pratiche tantriche, la vita sentimentale assumerà un risvolto più sereno e verranno probabilmente alleviate quelle tensioni di matrice psicologica, probabile causa di blocchi o disagi riversati anche nella sfera intima.
La coppia, nel Tantra non viene più vista come un’unione fra due persone ben distinte, ma come un’entità unica portatrice di energia. I confini tra i due componenti della coppia appaiono nelle discipline tantriche più sfumati ed in perfetto equilibrio. La parte yin si fonde perfettamente con lo yang dell’altro e viceversa.
I miglioramenti relazionali nel tantra sono alimentati anche dal fatto che il ruolo sessuale non viene più visto da un punto di vista egoistico e competitivo, ma come condivisione esperienziale di amore puro.
Il Tantra ci porta quindi a al raggiungimento di uno stato di consapevolezza interiore dato dal perfetto equilibrio tra femminile e maschile.
Pensiamo al concetto di: “puoi amare gli altri solo quando ami te stesso”. Ecco, il Tantra si fonda proprio su questo precetto. Una volta raggiunta l’estensione individuale si è pronti per congiungersi con l’altro ad un livello superiore.